11 ottobre 2006


Istat: al SUD il 70% dei poveri italiani
Le regioni con più famiglie povere in assoluto sono la Campania (con il 27%) e la Sicilia (con il 30,8%)

Il fenomeno della povertà è anche nel 2006, un problema soprattutto del Mezzogiorno. Nel Sud risiede infatti ben il 70% delle famiglie povere residenti in Italia. Inoltre, nel Mezzogiorno, ad una più ampia diffusione del fenomeno si associa una maggiore gravità del disagio: l’intensità della povertà (cioè di quanto la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è al di sotto della linea di povertà) raggiunge il 22,7%, rispetto al 17,5% e al 18,9% nel Nord e nel Centro. Lo stima l’Istat nella sua indagine annuale sulla povertà relativa in Italia nel 2005.

DATI REGIONALI - Scendendo nel dettaglio regionale, la povertà risulta meno diffusa in Emilia Romagna, dove l’incidenza è pari al 2,5%, valore non significativamente diverso da quelli registrati in Lombardia, in Veneto e nella provincia di Bolzano (tutti inferiori al 4,5%). Più elevate, invece, sebbene inferiori alla media nazionale, sono le incidenze osservate in tutte le altre regioni del Centro-nord: dal 4,6% della Toscana al 7,3% dell’Umbria. La diffusione della povertà nelle regioni del Mezzogiorno è più elevata rispetto al resto del Paese con l’eccezione dell’Abruzzo, dove la percentuale delle famiglie povere (11,8%) è molto prossima a quella media nazionale. Più contenuta, rispetto alla media relativa al Sud (24%), è anche l’incidenza rilevata in Sardegna (15,9%) e in Puglia (19,4%). La situazione più grave è quella delle famiglie campane (l’incidenza è del 27%) e siciliane (30,8%, valore significativamente più elevato anche della media ripartizionale specifica).

FAMIGLIE A RISCHIO - Una famiglia non povera ogni dieci rischia la condizione di povertà, spiega il rapporto dell'Istat. Questo rapporto arriva ad 1 su 5 se la famiglia vive al Sud. Le famiglie povere, quelle al di sotto della soglia di povertà, sono l'11,1%. Ma fra quelle non povere (l'88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate «quasi povere», ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori alla linea standard di non oltre il 20%. Si tratta, appunto, di una famiglia non povera ogni 10, di una ogni 5 al Sud. Nel 2005, circa 1 milione 179 mila famiglie (5,1% del totale), risultano «sicuramente povere», hanno cioè livelli di spesa mensile equivalenti al di sotto della linea standard di oltre il 20%. Circa i tre quarti di queste famiglie risiede nel mezzogiorno. Risulta invece «appena povero», avendo valori della spesa di non molto inferiori alla linea di povertà standard, il 6% delle famiglie residenti in Italia, ossia poco più della metà delle famiglie povere; il rapporto si inverte nelle regioni del Nord e le famiglie appena povere sono quasi il doppio di quelle sicuramente povere (2,9% contro l'1,6%). Le famiglie «sicuramente non povere» sono l'81% del totale ma variano tra il 90,4% del nord, l'88,2% del centro e il 62,7% del mezzogiorno. Ne deriva - conclude l'Istat - che più della metà delle famiglie non povere (53,8%) risiede al nord.

1 commento:

Antonio Russo ha detto...

C'è più povertà al sud perchè non si ha la mentalità di espansione e di industrializzare il proprio paese, per cui a sua volta non c'è lavoro e le famiglie sono costrette ad emigrare, mentre chi rimane nel proprio sud vive "alla giornata", ed è proprio questo il fenomeno della povertà del mezzogiorno...Speriamo in un futuro migliore dove noi stessi, proprio noi giovani, dobbiamo cercare di dare un input affinchè ci siano dei cambiamentiper quanto riguarda il campo economico e sociale!!!