24 ottobre 2006

Abusivismo, primato al Sud: la Campania è regina assoluta

L’ultimo censimento realizzato da Legambiente stima la realizzazione di oltre 40mila costruzioni abusive e il prezzo più alto lo pagano ancora una volta le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia), dove si concentra il 55 per cento delle nuove costruzioni abusive. Sono dati contenuti nel rapporto Ecosistema Urbano 2007 di Legambiente. Guardando i dati in valore assoluto, il primato di questa classifica negativa spetta alla Campania, con 7.690 costruzioni abusive, seguita da Sicilia (5.516), Puglia (4.958) e Calabria (3.788). Il dato migliore è quello della Val d'Aosta, regione italiana immune al cemento fuorilegge. Nelle quasi duecento pagine c’è una sola buona notizia: dopo anni di continua crescita le automobili che soffocano le nostre città per la prima volta diminuiscono in maniera sensibile. Ecosistema Urbano 2007, l'annuale resoconto realizzato da Legambiente, Sole 24 Ore e Istituto di ricerca Ambiente Italia sullo stato di salute dei 103 capoluoghi di provincia italiani, mostra un Paese immobile. Il volume, presentato ieri mattina a Roma, fotografa un Paese sostanzialmente impotente nella battaglia per migliorare la vivibilità ambientale della sue città, a partire dalla qualità dell'aria. I valori di biossido di azoto sono fuorilegge in 43 comuni contro i 38 dello scorso anno e per le polveri sottili il livello di allarme sanitario è superato in 24 capoluoghi (contro i 26 del 2005), a testimonianza che lo smog è una malattia grave che non può essere combattuta con l'aspirina rappresentata dalle targhe alterne o dallo stop alle auto non catalizzate. La consueta classifica finale delle prestazioni delle singole città, realizzata incrociando il giudizio su 125 parametri diversi che vanno dall'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico all'abusivismo edilizio, dalla qualità delle acque al numero di verde a disposizione per ogni cittadino, incorona Bolzano regina davanti a Mantova, La Spezia, Parma, Trento, Pisa, Ferrara, Verbania, Livorno e Cremona. Ma come segnala il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, si tratta di una vittoria di Pirro. La provincia altoatesina "più che la migliore, è la meno insostenibile". Allarme anche per i rifiuti. La sintesi del rapporto redatta da Legambiente è infatti desolante: "L'inquinamento atmosferico da un anno all'altro non è praticamente cambiato, rimanendo quindi su livelli di allarme, la congestione è sempre la stessa, mentre il trasporto pubblico perde passeggeri e la produzione di rifiuti è aumentata, senza essere compensata da un timido più 1,7 per cento nella percentuale di raccolta differenziata, che nella media nazionale salgono dal 20 al 21,7 per cento, rimanendo ancora molto lontana dalla quota minima del 35 per cento fissata per legge". Le città del Mezzogiorno continuano a offrire condizioni ambientali nettamente inferiori a quelle del Centro e del Nord, con appena tre capoluoghi nelle prime 35 posizioni: Salerno si classifica 21esima, Cosenza 32esima e Avellino 34esima. Resta invece "in coma" Napoli, con la raccolta differenziata ferma sotto il 10 per cento, zero piste ciclabili, due metri quadrati di verde per abitante e un abusivismo edilizio doppio rispetto alla media nazionale.

23 ottobre 2006

Un pò di ironia...

Due napoletani, Ciro e Antonio, dopo aver speso tutti i soldi nella grande Milano si ritrovano con il problema di come tornare a casa!
Decidono allora di separarsi per un momento e chiedere l'elemosina onde racimolare la cifra necessaria per far ritorno nella loro calda Napoli.
Si danno perciò appuntamento alla stazione di Milano nel giro di un'oretta.
Dopo un'ora, i due si ritrovano e Ciro chiede ad Antonio come gli sia andata.
Antonio risponde: - Cirù, è proprio vero... i settentrionali sono gente fredda... pensa un po', mi sono camuffato per bene da povero cieco e mi son messo a Piazza Duomo con un cartello con sù scritto "POVERO CIECO HA FAME" e nonostante tutto ho racimolato solo 11 euro. A te invece com'è andata?
E Ciro: - Ho raccolto tremila euro...
Antonio rimane allibito ed esclama: - E come hai fatto?
Ciro con molta calma glielo spiega: - Semplice Toni'... sono rimasto qui in stazione, ho preso un pezzo di carta e con una matita ho scritto:
"POVERO MERIDIONALE VUOLE TORNARE A CASA!"

Una coppia di contadini della Pianura Padana si trasferisce a Roma per cercare un lavoro migliore. Il loro bambino torna a casa da scuola colle lacrime agli occhi:
- Mama, i me' compagni de scola i me prende sempre in giro parchè dicon che mi mangia sempre 'a polenta! I me ciaman PULENTUN!
- Filio dighe a quei artri che noi se mangia 'a pastasciutta, così no ti prende più in giro!
Il giorno dopo il bambino va in classe ed i suoi compagnucci gli fanno:
- Allora cosa hai mangiato ieri sera?
- La pastasciutta!
- Ah si?!? E quanta ne hai mangiata?
- Du' fette

continua...

Un paesino qualsiasi del Sud Italia. C'è un signore che beve da una fontana di acqua inquinata. Un altro tizio da una finestra poco lontana cerca di catturare la sua attenzione:
- Ehi... signore... EEHHEEEE! L'acqua non è potabile!
Ma l'altro niente... di nuovo gridando:
- Ehi! Scusi, signore, l'acqua non è potabile! E' velenosa, starete malissimo!!!
Ma l'altro niente!
Ancora... (disperato)- Signore, mi sente? L'acqua non è potabile!!!
E quello alla fontana (con accento milanese):- Uè!!! Cusa l'è che vuoi?
E l'altro, con accento marcatissimo:- Bevite chiano, che è fredda...


C'è un violento terremoto in Cina. Tutte le nazioni si mobilitano per mandare aiuti.
Dall'italia parte una telefonata per stabilire il tipo di aiuti da mandare:
- Pronto, pronto vi mandiamo le ruspe? Vi servono?
- No, no luspe già mandate amelicani!
- Allora vi mandiamo i medicinali!
- Medicine già mandate lussi!
- Vi mandiamo le vettovaglie?
- Mangiale già mandato giapponesi!
Al che l'italiano, con la mano sulla cornetta per non farsi sentire, si rivolge agli altri responsabili presenti: - Aho... questi c'hanno già tutto, che je mannamo?
Ed uno risponde: - Beh con il terremoto gli saranno venute giù le case, no? Mandiamogli delle tende, dei teloni, così possono dormire al coperto!
- Grande! Mo' je lo dico! Ehm... pronto?!? Allora abbiamo deciso che vi mandiamo i teloni!
- No, no i teloni no, che poi non lavolano!

18 ottobre 2006

IN 6 ANNI 500 INTIMIDAZIONI AGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI IN CALABRIA



Dopo l'intimidazione di qualche giorno fa al Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale, e dopo l'intimidazione della scorsa notte ai danni del Sindaco di Vibo Valentia ( rispettivamente portone di casa e auto, bruciati... ) ho fatto una piccola ricerca ed ho trovato questo piccolo quanto eloquente dossier.
VIBO VALENTIA - Dal 2000 ad oggi sono oltre cinquecento le intimidazioni subite in Calabria dagli amministratori locali. Il dato emerge da un dossier della Lega delle Autonomie.
Dall'inizio dell'anno, nel Vibonese, le intimidazioni ad amministratori sono state numerose. Nel marzo scorso a Ricadi alcuni sconosciuti fecero esplodere un rudimentale ordigno nell'albergo di proprietà del consigliere provinciale Aurelio Maccarone. Nel maggio scorso a San Calogero furono sparati sette colpi di pistola contro l'abitazione del sindaco, Domenico D'Amico. A Vibo Valentia, sempre nel maggio scorso, fu incendiato il portone d'ingresso dello studio legale di Francesco Muzzopappa, consigliere comunale eletto con la lista Nuova Democrazia Cristiana.
Il quattro giugno sconosciuti spararono alcuni colpi di pistola contro l'automobile di Giacomo Franzoni, capogruppo di opposizione al consiglio comunale di Briatico e candidato sindaco nelle consultazioni amministrative dell'aprile del 2005. Sempre a Vibo Valentia due cartucce da fucile caricate a pallettoni furono lasciate all'interno dell'automobile del direttore generale della Provincia, Domenico Mazzitelli. Nelle settimane scorse a San Gregorio D'Ippona il sindaco, Pasquale Farfaglia, in carica dall'aprile del 2005, si è dimesso in segno di protesta contro le continue intimidazioni ai suoi danni e nei confronti di altre persone residenti nel comune.

Ogni anno in Italia 40mila tra piccole imprese e attività artigianali falliscono a causa dell'usura

Ogni anno in Italia circa 40 mila tra piccole imprese e attività artigianali falliscono a causa dell'usura e 150 mila commercianti, il 16% del totale, sono vittime di un sistema criminale, il racket delle estorsioni, che muove un giro d'affari di circa 12 miliardi di euro.Negli ultimi anni la ''geografia dell'usura'' nel nostro Paese è cambiata: la Calabria, con i picchi di Vibo Valentia e Reggio Calabria, resta la regione più a rischio ma a guidare la graduatoria delle città in cui, in rapporto alla popolazione, la rete usuraia è più estesa e capillare spicca una città come Pescara, grande centro del ''tranquillo'' Abruzzo, davanti alle, purtroppo, più ''classiche'' città siciliane di Siracusa e Messina
In generale, in Calabria, si stima che 10.500 commercianti sono vittime dell'usura, praticamente un commerciante su tre (30%) paga il pizzo.
''È un fenomeno che continua, inesorabile, a svilupparsi sottotraccia, contro cui serve un contrasto molto deciso'', ha detto Marco Venturi, presidente della Confesercenti, sottolineando che compito delle istituzioni è quello di ''rimuovere resistenze e difficoltà'' del sistema per dare nuovamente fiducia alle vittime. Uno dei nodi principali è quello delle banche, ha affermato senza giri di parole il presidente onorario del Fai (Federazione antiracket italiana) Tano Grasso: ''molto spesso l'usuraio è il miglior cliente delle banche e chi lo conosce meglio sono proprio i direttori degli istituti di credito. Quello che fino ad oggi è mancato, perché il fenomeno è cresciuto e la gente ha perso la speranza, è che la politica non è riuscita a coinvolgere in questa battaglia proprio le banche''. Il governo dunque ''deve convocare gli istituti italiani'' e ''obbligarli a discutere''. Criminalizzare il mondo bancario ''è sbagliato'', ha replicato il sottosegretario all'interno Ettore Rosato, ma le banche ''devono prendere atto della situazione reale del nostro paese''.

13 ottobre 2006

Sono proprio questi i tagli da effettuare?.....



Crotone e Vibo province di serie B?

In programma una riunione per esprimere contrarietà alla chiusura di Prefetture, Questure ed altri uffici

CATANZARO. Venerdì prossimo si terrà la riunione dei consigli provinciali di Crotone e Vibo Valentia per esprimere la contrarietà all'ipotesi ventilata nella Legge finanziaria presentata dal Governo per il 2007 di eliminare le Prefetture, le Questure, i comandi dei Vigili del Fuoco nonché le Direzioni del Tesoro nelle province con popolazione inferiore ai 200.000 abitanti. "Ove questo proposito - è scritto in una nota - dovesse veramente essere attuato con la ratifica del Parlamento, infatti, il danno per la credibilità delle istituzioni, per l'agibilità democratica, per la tutela di interessi insopprimibili dei cittadini sarebbe assolutamente enorme. A fronte di un risparmio irrisorio, si metterebbe a rischio l'efficacia della presenza dello Stato in contesti territoriali dove la sfida della criminalità organizzata ha raggiunto punte di particolare asprezza. Verrebbero ancora una volta penalizzate popolazioni da sempre abituate a subire particolari disagi proprio per la lontananza di strutture e apparati statali che solo con la nascita delle nuove Province è stato possibile finalmente avere sul posto. Tutto questo non è accettabile". "La vicenda - conclude la nota - sarà seguita giorno per giorno auspicando che i tutti i Consigli comunali delle province di Crotone e Vibo Valentia si riuniscano per determinarsi in merito alle decisioni che saranno assunte dai Consigli provinciali e auspicando altresì che da ogni sede istituzionale, politica, sindacale si alzi la richiesta ferma e decisa affinché lo Stato non infligga questa ulteriore mortificazione a province fra le più povere d'Italia".
da Il giornale di Calabria

11 ottobre 2006


Istat: al SUD il 70% dei poveri italiani
Le regioni con più famiglie povere in assoluto sono la Campania (con il 27%) e la Sicilia (con il 30,8%)

Il fenomeno della povertà è anche nel 2006, un problema soprattutto del Mezzogiorno. Nel Sud risiede infatti ben il 70% delle famiglie povere residenti in Italia. Inoltre, nel Mezzogiorno, ad una più ampia diffusione del fenomeno si associa una maggiore gravità del disagio: l’intensità della povertà (cioè di quanto la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è al di sotto della linea di povertà) raggiunge il 22,7%, rispetto al 17,5% e al 18,9% nel Nord e nel Centro. Lo stima l’Istat nella sua indagine annuale sulla povertà relativa in Italia nel 2005.

DATI REGIONALI - Scendendo nel dettaglio regionale, la povertà risulta meno diffusa in Emilia Romagna, dove l’incidenza è pari al 2,5%, valore non significativamente diverso da quelli registrati in Lombardia, in Veneto e nella provincia di Bolzano (tutti inferiori al 4,5%). Più elevate, invece, sebbene inferiori alla media nazionale, sono le incidenze osservate in tutte le altre regioni del Centro-nord: dal 4,6% della Toscana al 7,3% dell’Umbria. La diffusione della povertà nelle regioni del Mezzogiorno è più elevata rispetto al resto del Paese con l’eccezione dell’Abruzzo, dove la percentuale delle famiglie povere (11,8%) è molto prossima a quella media nazionale. Più contenuta, rispetto alla media relativa al Sud (24%), è anche l’incidenza rilevata in Sardegna (15,9%) e in Puglia (19,4%). La situazione più grave è quella delle famiglie campane (l’incidenza è del 27%) e siciliane (30,8%, valore significativamente più elevato anche della media ripartizionale specifica).

FAMIGLIE A RISCHIO - Una famiglia non povera ogni dieci rischia la condizione di povertà, spiega il rapporto dell'Istat. Questo rapporto arriva ad 1 su 5 se la famiglia vive al Sud. Le famiglie povere, quelle al di sotto della soglia di povertà, sono l'11,1%. Ma fra quelle non povere (l'88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate «quasi povere», ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori alla linea standard di non oltre il 20%. Si tratta, appunto, di una famiglia non povera ogni 10, di una ogni 5 al Sud. Nel 2005, circa 1 milione 179 mila famiglie (5,1% del totale), risultano «sicuramente povere», hanno cioè livelli di spesa mensile equivalenti al di sotto della linea standard di oltre il 20%. Circa i tre quarti di queste famiglie risiede nel mezzogiorno. Risulta invece «appena povero», avendo valori della spesa di non molto inferiori alla linea di povertà standard, il 6% delle famiglie residenti in Italia, ossia poco più della metà delle famiglie povere; il rapporto si inverte nelle regioni del Nord e le famiglie appena povere sono quasi il doppio di quelle sicuramente povere (2,9% contro l'1,6%). Le famiglie «sicuramente non povere» sono l'81% del totale ma variano tra il 90,4% del nord, l'88,2% del centro e il 62,7% del mezzogiorno. Ne deriva - conclude l'Istat - che più della metà delle famiglie non povere (53,8%) risiede al nord.

05 ottobre 2006

SE FOSSI IL SINDACO DI CIRO' MARINA...




Se fossi il Sindaco di Cirò Marina proporrei.....
Invia attraverso il commento (cliccare sotto su "comments")
una proposta per Cirò marina, immedesimati nel ruolo di primo cittadino e pensa ad un'iniziativa rivolta soprattutto al mondo giovanile. I messaggi verranno inviati direttamente al Sindaco Parrilla.

03 ottobre 2006

Cara Cirò Marina...

VUOI APRIRE UN'ATTIVITA' TUTTA TUA?



Sicuramente molti di voi avranno sentito parlare di finanziamenti europei per le imprese giovani, magari tanti avranno anche pensato a dei progetti da voler realizzare, da soli, con amici...del resto a chi non piacerebbe aprire un'attività in proprio!!! Scrivo questo post per allegarvi questo indirizzo che troverete permanentemente anche nella parte destra del sito sotto la voce "Finanziamenti per i giovani" : www.sviluppoitalia.it Questo è il sito di Sviluppo Italia, una società creata ad hoc per la gestione dei finanziamenti riguardanti alcune leggi nazionali ed europee, come quella del "Prestito d'onore" (fino a 30.000 euro) o la Microimpresa (fino a 120.000 euro"). Dentro troverete tutte le informazioni che potrebbero interessarvi, ci sono le "faq" con le relative risposte che delucidano su dubbi vari, date un' ochhiata, l'iniziativa privata potrebbe essere un'ottima via d'uscita dalla mancanza di lavoro che grava sul nostro amato Sud, e poi i finanziamenti ci sono, perchè lasciarli perdere...

BENVENUTI NEL NOSTRO BLOG

Cari amici,
sono felicissimo di darvi il benvenuto nel blog dell'Associazione.
Questa che è un pò una "piazza virtuale", nasce dalla volontà di costruire un punto di incontro e di dialogo tra i soci, i simpatizzanti e tutti coloro che ne avessero voglia.
Del resto è un mezzo semplice, veloce e gratuito, ideale per mettere in contatto tutti, da Milano a Cosenza, da Roma a Crotone, uno strumento efficace per abbattere le distanze.
Spero vogliate partecipare tutti con entusiasmo e che questo possa diventare un blog creativo ed interessante, non il solito sito associativo noioso ed inutile...
Sono graditi commenti, proposte, suggerimenti...
Ciao e a presto!
Natale Martucci

02 ottobre 2006

RASSEGNA STAMPA Settembre 2006
da "il Crotonese" e "ilCirotano.it"

NASCE L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “PROGETTO MEDITERRANEO”.

Ancora una volta i giovani di Cirò Marina si dimostrano molto sensibili alle problematiche ed alle condizioni in cui versa il sud del nostro Paese.
Proprio due settimane fa è nata, infatti, dall’idea di cinque studenti universitari, l’associazione culturale “Progetto Mediterraneo”, un’organizzazione apolitica, aconfessionale, senza alcuno scopo di lucro, il cui obbiettivo principale è la valorizzazione e soprattutto la promozione dello sviluppo delle regioni del sud.
La prova tangibile di come anche se a molti chilometri di distanza, è forte l’attaccamento alle proprie radici ed alle proprie tradizioni.
La scelta di porre in risalto la rivalutazione dell’area mediterranea deriva dalla constatazione di come questi territori abbiano un grande bisogno di riportarsi al passo con le altre regioni più sviluppate, basti pensare che in un periodo in cui si sente continuamente parlare di Europa unita e di confini dell’Unione Europea, la zona del mediterraneo riveste solo l’otto per cento del continente configurandosi quasi come una sorta di periferia. Eppure da sempre questa area è stata luogo dei più importanti scambi commerciali e soprattutto culla delle più fiorenti civiltà.
E’ proprio su questo che il presidente Natale Martucci (nella foto), il suo vice Angelo Longo assieme ai restanti soci fondatori: Domenico Guarascio, Giuseppe Ferraro e Caterina Martucci vogliono porre l’attenzione.
Progetto Mediterraneo intende quindi rispolverare l’antico e fondamentale ruolo, riportandone alla luce gli aspetti più importanti, grazie ad una serie di iniziative che prevedono l’organizzazione di convegni, manifestazioni, scambi culturali.
L’iniziativa ed il suo ambizioso programma a soli 14 giorni dalla presentazione ha riscosso un notevole successo dato che si contano già all’incirca 250 consensi. Segno questo, di come nei giovani e meno giovani sia grande la voglia di andare avanti e di crescere, di incrementare quella cultura che ci è propria ma che è spesso carente nella comunicazione.