05 gennaio 2007

La Qualità della Vita: dove si vive meglio?



Siena e la sua provincia si aggiudicano la palma di luoghi con miglior « Qualità della vita » d’Italia.
Questo è il giudizio emerso dalla speciale classifica che “Il Sole 24 Ore” annualmente pubblica in un dossier e che purtroppo, puntualmente, vede le città del Mezzogiorno occupare i posti che si trovano più in basso. A chiudere la lista delle 103 province italiane troviamo Catania, che scalza come una furia dall’ultimo posto la calabrese Vibo Valentia, fanalino di coda nel 2005, in rimonta nell’anno appena trascorso (84esima).

La fotografia che ritrae la vivibilità sul territorio è frutto di una statistica costruita su 36 indicatori divisi equamente in 6 aree tematiche (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Ordine Pubblico, Popolazione, Tempo libero) e basata sui dati forniti da centri di ricerca e uffici studi tra i quali l’Istat e l’Abi. In ciascuno dei 36 parametri vengono attribuiti mille punti alla provincia risultata prima, mentre tutti gli altri sono normalizzati a questa. Per ogni area viene rielaborata un’ulteriore graduatoria sulla base del punteggio medio dei sei indicatori, e alla fine, con lo stesso criterio, viene stilata la classifica finale, valor medio appunto dei punteggi di ogni settore.

Ma a parte la critica che è possibile muovere contro la scelta di tenere conto di punteggi medi non ponderati, che spesso possono trarre in inganno nelle statistiche (come, ad esempio, è il caso in cui una popolazione di 100 poveri ciascuno con reddito di 10 e di un solo ricco con reddito 1000 danno un reddito medio circa pari a 200!) , resta indiscutibile il fatto che, anche nella qualità della vita, l’Italia rimane un Paese diviso in due. Nord e Centro rimangono i luoghi dove sembra si viva meglio; il Sud con i suoi ultimi trenta posti non splende in qualità.
Come è possibile questo, nessuno di noi se lo domanda più. Lavoro e affari, tempo libero e ordine pubblico non sono certo le aree in cui si primeggia e non perché siano solo i numeri a dirlo.
E’ chiaro che anche i più scettici riguardo questo tipo di statistiche non possono che giudicare negativamente questi cattivi piazzamenti delle “nostre” province.
Ma nulla toglie al fatto che i numeri non possono dire tutto di un luogo. Non possono descrivere il “calore” e la generosità di noi gente del Sud nei confronti altrui. Qualità che, lo dico per personale esperienza, raramente si possono trovare in maniera così accentuata ad esempio in città del Nord. Anche questi sono, a mio modo di vedere, indici di vivibilità. Naturalmente non misurabili quantitativamente e che perciò nessun giornale potrà mai riportare sulle sue pagine.

Tommaso Andreoli

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Personalmente la mia risp a questo è data dal fatto che il sud è poco "aiutato" dal governo e ke quindi si sente sfiduciato sotto tutti i punti di vista... Serve più attenzione da parte del governo nei nostri confronti..soprattutto economicamente ma non solo... Il sud è parte dell'italia e come tele va tutelato.. e allora si che si vivrà bene anche da noi!

Anonimo ha detto...

Perche non:)