12 dicembre 2006

Sognando sotto le stelle


di Tommaso Andreoli

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando a Cirò Marina l'Ente Nazionale Energia Elettrica ha deciso di prendere in mano le forbici e tagliare i fili della corrente ai numerosi uffici, musei, biblioteche (a patto che queste ultime esistano davvero!), sale congresso e persino, udite udite, ai Nostri Cari che non trovano pacenemmeno una volta passati a miglior vita. Un disastro. Tutta colpa del milione e rotti di euro che il nostro amatissimo Comune avrebbe dovuto pagare in comode rate (note ai più come bollette). In realtà pare che, col trascorrere del tempo, tali "cartacce" sia siano via via accumulate a formare una pila la cui altezza sfiderrebbe quella delle Petronas Towers di Kuala Lumpur (Malesia). E come vuole la tradizione, i membri dell'attuale Giunta Comunale hanno espresso il loro parere dando le colpe di tutto ciò ai vecchi membri, che certamente i debiti avevano iniziato a cumularli, addizionandoli, mentre loro hanno continuato a moltiplicarli. Ma chi si preoccupa di sottrarli? Nell'attesa di una "seria" risposta, l'Enel spegne la luce a macchia di leopardo, e secondo alcune indiscrezioni si appresta a fare il grande salto, quello che presto ci porterà alla riscoperta delle ormai estinte e sempre romantiche candele.
Ma la situazione creatasi non sembra affatto singolare, dato che sono diversi i Comuni in Italia che praticano questa originale trovata e ci tengono perciò compagnia in questo club d'elite, con la sola variante che, come alcuni dicono, l'Enel lo stia riservando solo a noi questo trattamento di riguardo. C'è da dire che però una nota positiva la si può senza dubbio cogliere in tutto ciò. Al calar delle tenebre potremo ammirare il cielo stellato, allenarci e diventare apprendisti astronomi e chissà scrutare nel firmamento qualche stella
cadente per esprimere un unico desiderio: quello che prima o poi qualcuno riaccenda la luce.

2 commenti:

Progetto Mediterraneo ha detto...

da il Crotonese

Cirò Marina - Un nuovo piano di distacco di altre utenze comunali è la risposta che l’Enel si accinge a dare al Comune di Cirò Marina, che è moroso nei suoi confronti per un importo ormai superiore al milione di euro, dovuto per la fornitura della corrente all’impianto di pubblica illuminazione e soprattutto al depuratore.
Attualmente, sono forzatamente al buio il Museo civico archeologico (nella foto), la Pro Loco (che è anche sede Avis e dell’ufficio turistico), l’autoparco, la chiesetta della stazione, la biblioteca e – la segnalazione è di un gruppo di anziani – la villa che si affaccia sulla via Roma!
Com’è noto, nei giorni scorsi, l’Enel ha bocciato il piano di rientro del debito, studiato dalla Giunta Parrilla, in quanto prevedeva 60 rate, troppo leggere e “troppo dilazionate nel tempo”, secondo l’ufficio stampa della società erogatrice dell’energia elettrica. A differenza invece del precedente piano di rientro, risalente alla Giunta Filippelli, che era decisamente più consistente e che è stato rispettato anche se solo relativamente ai primi due versamenti, pari il primo a 200mila euro e il secondo a 100mila. La rata scaduta e non pagata, che ha fatto scattare la nuova ondata di black-out punitivi, è quella del 30 giugno del 2006, ammontante a 200mila euro.
Quale criterio guiderà nelle prossime ore le cesoie dell’Enel? La volontà di arrecare il minor danno possibile alla comunità, della serie “è preferibile per esempio oscurare un cimitero che una scuola” fanno sapere dalla società.
E però non ci saremmo lo stesso, perché proprio l’oscuramento del cimitero, disposto nel settembre del 2005, ha provocato l’inenarrabile indignazione della stragrande maggioranza della collettività, offendendo i suoi sentimenti religiosi e anche il “laico” rispetto che si deve ai defunti.
La seconda notizia appresa sul versante dell’Enel è che il componimento bonario, al quale seguì la stesura del primo piano di rientro del debito, fra l’Enel e il Comune di Cirò Marina fu merito del responsabile provinciale dell’Adiconsum, Giuseppe Grisafi, seguace della linea morbida. Mentre il Codacons della presidente Giovanna Morace fu ed è dell’avviso di adire le vie legali, al fine di denunciare all’Autorità Giudiziaria illegittimità e vessazioni imputabili all’Enel a causa dei distacchi coattivi.
La terza è che il Comune di Cirò Marina è l’unico moroso nella provincia di Crotone e nella regione Calabria fa “buona” compagnia, otre che ad altri centri come Cassano allo Jonio, anche all’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, debitore di oltre 2 milioni di euro.
Come si vive l’imbarazzante situazione a Cirò Marina? Con il fiato sospeso. Fino all’altro ieri, molti cittadini si chiedevano se l’Ente locale avrebbe commissionato o meno l’illuminazione natalizia, pendendo anche su di essa la scure dell’Enel. I dubbi sono scomparsi all’atto dell’installazione delle luminarie, assai misere per la verità.
Gli stessi cittadini e i commercianti, che lamentano il crollo delle vendite, in quanto la città di Cirò Marina riesce ad esercitare ormai poca attrattiva sui residenti e sui forestieri rispetto ad altri centri del crotonese e del cosentino, sono pronti ad additare gli sprechi: in primis i telefoni cellulari in dotazione agli Amministratori e ai numerosi dirigenti comunali, le indennità di carica, che questi percepiscono, le assunzioni e le promozioni clientelari, le spese cosiddette superflue, quali la costruzione di un punto cottura a beneficio del concessionario del servizio mensa (!). Sono necessari inoltre sette assessori? E per far che? Se austerity (o buio) è, che lo sia per tutti indistintamente.

Anonimo ha detto...

Io propongo un'alternativa: diventiamo una comunità di "hamish". Almeno possiamo giustificare il fatto di essere morosi con una causa ben più nobile.

A parte gli scherzi, il problema vero sono le entrate del Comune. Come la Corte dei Conti ha più volte evidenziato,c'è una percentuale bassissima di cittadini che pagano le tasse comunali. Il Sindaco Parrilla dice d avere già individuado i cittadini evasori. Io però, intuendo chi possano essere questi evasori, dubito che qualcuno abbia il coraggio di chiedergli i soldi.