29 aprile 2008

Sud, la nuova emigrazione (compresa la nostra)


da Corriere.it

Non c’è stato partito che in campagna elettorale non abbia promesso il rilancio del Mezzogiorno e adesso perfino la Lega, con Roberto Calderoli, dice che «la questione settentrionale non può essere risolta se non si affronta la questione meridionale».

È successo anche che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un nuovo documento comune per il Sud. E, ovviamente, non sono mancati gli appelli degli economisti ad affrontare l’annoso problema delle «due Italie». Ma adesso, dopo il voto, chi si ricorderà di tutto questo?

Le persone in carne e ossa, intanto, cercano in prima persona una soluzione. Che spesso è la nuova migrazione da Sud a Nord. Che, ovvio, non è più quella degli anni Cinquanta e Sessanta, dei contadini poveri e ignoranti che con la valigia di cartone si trasferivano nel triangolo industriale per lavorare in fabbrica. Ma che, se è molto diversa qualitativamente, tocca però le stesse vette numeriche di allora. Ogni anno, infatti, si spostano dalle regioni meridionali verso quelle del Centro-Nord circa 270 mila persone: 120 mila in maniera permanente, 150 mila per uno o più mesi, dice l'istituto di ricerca Svimez. Un dato vicino a quello dei primi anni Sessanta, quando a trasferirsi al Nord erano 295 mila persone l’anno.

Una città intera che si sposta
Parlare di 270 mila uomini e donne che ogni anno vanno da Sud a Nord per lavorare o per studiare significa immaginare una città come Caltanissetta che si sposta tutta intera per trovare un futuro. Anche i contorni economici del fenomeno sono profondamente diversi da quelli del dopoguerra. Allora le rimesse degli emigranti generavano un flusso di risorse discendente, dalle regioni settentrionali a quelle del Mezzogiorno: servivano a mantenere le mogli o i genitori anziani rimasti al paese e magari a mandare avanti i lavori per costruire o ampliare la casa.

Oggi, al contrario, i soldi risalgono la Penisola, per sostenere gli studenti meridionali nelle Università del Nord o i lavoratori precari che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, ma che tirano avanti con l’aiuto delle famiglie d’origine (comprese le pensioni dei nonni) con l’obiettivo di raggiungere poi il contratto a tempo indeterminato.

Il trend consolidato
Al ministero dello Sviluppo Economico, il viceministro Sergio D’Antoni ha stimato con i suoi tecnici che si arriva a circa 10 miliardi di euro che per tutti questi motivi (compreso il mancato sviluppo nel Sud) «emigrano» ogni anno dal Mezzogiorno al Nord. Il che non è esattamente il massimo per un Paese che dovrebbe ridurre le distanze tra le due Italie.

Spiega Delio Miotti (Svimez) che da tempo studia la nuova migrazione: «Negli ultimi anni si sta consolidando un trend: più di 120 mila persone all’anno si spostano dal Sud nelle regioni del Centro-Nord cambiando residenza. Sono in gran parte giovani, tra i 20 e i 45 anni, diplomati, ma uno su cinque è laureato. A questi bisogna aggiungere altri 150 mila che si trasferiscono al Nord come pendolari di lungo periodo, cioè per almeno un mese. Sono studenti o lavoratori temporanei che non si possono trasferire stabilmente perché non hanno un reddito sufficiente per mantenersi e per portare la loro famiglia nelle regioni settentrionali, dove la vita è più cara ».

Ma se è così, perché questa emigrazione non fa più notizia? «Perché chi emigra —risponde D’Antoni— non ha problemi d’integrazione con la realtà del Nord: spesso è un giovane che usa Internet e parla inglese come i suoi coetanei settentrionali. Non diventa quindi un caso sociale, come negli anni Cinquanta.

Quella di adesso è perciò un’emigrazione invisibile, silenziosa ». Eppure ci sono comuni che lentamente si vanno svuotando delle energie migliori. Quelli a più alto tasso migratorio (intorno all’8 per mille annuo) sono in Calabria: Cirò, Petilia Policastro, Dinami, Rocca Imperiale. La zona di Cirò, in provincia di Crotone, tra il ’91 e il 2006 ha visto un calo di popolazione del 34% circa.

I giovani studenti
Se ne vanno parecchi giovani per studiare nelle Università del Centro- Nord: 151mila nell’anno accademico 2005-2006. Più di 36 mila sono partiti dalla Puglia, 25 mila dalla Calabria, 24 mila dalla Sicilia, 23 mila dalla Campania. Una parte di questi non torneranno più indietro. L’agenzia governativa Italia Lavoro ha calcolato che a fronte di 67 mila neo-laureati del Sud previsti in ingresso nel mercato del lavoro nel 2007, le imprese industriali e dei servizi del Mezzogiorno hanno espresso, nello stesso anno, una domanda di laureati pari a 12.390 unità, il 16,4% del totale. Anche se si sommano i neolaureati richiesti dalla pubblica amministrazione e dal lavoro autonomo, si può stimare che circa la metà dei giovani che si laureano nelle regioni meridionali è di troppo rispetto alla domanda locale. Nessuna meraviglia, conclude quindi Italia Lavoro, se questi giovani cercano lavoro altrove e se il 60% dei meridionali che si laurea al Nord, vi rimane anche dopo la laurea. Per necessità, più che per scelta.

Gli incentivi
Ora non ci sarebbe niente di male se questo fenomeno fosse indice di una società mobile, all’americana. Il fatto è che in Italia questo movimento è a senso unico, con un progressivo impoverimento del Mezzogiorno. Per combattere questo trend i vari governi hanno provato a incentivare fiscalmente le assunzioni nel Sud. Nell’ultima Finanziaria è stato inserito anche un bonus di 400 euro al mese per sei mesi per i neolaureati che svolgono stage nelle imprese del Sud che, se poi li assumono, ricevono un contributo di 3 mila euro. Il meccanismo sta funzionando, afferma D’Antoni. Ma non è solo un problema di incentivi. Paolo Sylos Labini, il grande economista morto nel 2005, che amava il Mezzogiorno, ripeteva che la questione meridionale prima ancora che economica è una questione civile. In altri termini, non è solo la domanda di lavoro qualificato che deve aumentare, ma devono migliorare anche le condizioni generali di vivibilità, dal funzionamento della pubblica amministrazione al controllo del territorio da parte dello Stato contro la criminalità. Altrimenti, in silenzio, i migliori se ne vanno.

Enrico Marro
23 aprile 2008

13 commenti:

Anonimo ha detto...

è difficile commentare quello che è la verità ... purtrpoppo ora come ora non è possibile immaginare una situazione contraria a quella appena letta ... però la speranza è l'ultima a morire ... la speranza di far arrivare il Sud italia al livello del Centro-Nord è forte dentro ognuno di noi anche se è un obiettivo molto difficile da raggiungere ... il perchè se lo chiedono tutti ma le risposte a questi perchè sono poche ... una è la solita: mafia. è sempre la solita solfa direte voi ... però è quella che da troppo tempo sta frenando ogni tentativo di emergere, di venir fuori da questa situazione (ultimo l'imprenditore Gino Benincasa, 65enne imprenditore Lametino ucciso da 15 colti di mitra). Un'altra risposta alla domanda precedente potrebbe essere anche la mancanza di forza. La forza, specie quella di volontà, che ormai quasi nessuno ha per proprio per il motivo che ho appena scritto. Molti fra sè e sè dicono: "mi vorrei aprire un'attività o vorrei fare qualcosa di buono, si lo faccio." Ma poi viene in mente una cosa: "e se poi arriva qualcuno e mi chiede il pizzo? E se io rifiuto e fanno fuori me e la mia famiglia? E se..." ...e se... E SE CONTINUA QUESTA SOLFA CHE LA MAFIA METTE I BASTONI TRA LE RUOTE A TUTTI ... basta con le solite proteste ... è ora di agire ... di fare a loro quello che fanno a noi o almeno di FERMARLI ... ora però mi fermo io perchè forse sto uscendo dal discordo dell'articolo ... e spero che qualcuno corregga queste parole che ho appena scritto...

Anonimo ha detto...

è difficile commentare quello che è la verità ... purtrpoppo ora come ora non è possibile immaginare una situazione contraria a quella appena letta ... però la speranza è l'ultima a morire ... la speranza di far arrivare il Sud italia al livello del Centro-Nord è forte dentro ognuno di noi anche se è un obiettivo molto difficile da raggiungere ... il perchè se lo chiedono tutti ma le risposte a questi perchè sono poche ... una è la solita: mafia. è sempre la solita solfa direte voi ... però è quella che da troppo tempo sta frenando ogni tentativo di emergere, di venir fuori da questa situazione (ultimo l'imprenditore Gino Benincasa, 65enne imprenditore Lametino ucciso da 15 colti di mitra). Un'altra risposta alla domanda precedente potrebbe essere anche la mancanza di forza. La forza, specie quella di volontà, che ormai quasi nessuno ha per proprio per il motivo che ho appena scritto. Molti fra sè e sè dicono: "mi vorrei aprire un'attività o vorrei fare qualcosa di buono, si lo faccio." Ma poi viene in mente una cosa: "e se poi arriva qualcuno e mi chiede il pizzo? E se io rifiuto e fanno fuori me e la mia famiglia? E se..." ...e se... E SE CONTINUA QUESTA SOLFA CHE LA MAFIA METTE I BASTONI TRA LE RUOTE A TUTTI ... basta con le solite proteste ... è ora di agire ... di fare a loro quello che fanno a noi o almeno di FERMARLI ... ora però mi fermo io perchè forse sto uscendo dal discordo dell'articolo ... e spero che qualcuno corregga queste parole che ho appena scritto...

Anonimo ha detto...

non posso che concordare. Io sono uno di quegli emigrati costretti a lavorare al Nord nonostante ci sia alle mie spalle un'attività già avviata e in crescita.

Sono tornato giù lo scorso 25 aprile. Sono stato benissimo con i miei amici ed i miei familiari. Tra le altre cose tornavo proprio in occasione dell'espansione dell'attività della mia famiglia. Ma rimane qualcosa ogni volta che faccio ritorno a Cirò che non mi convince e che l'articolo apparso sul Corriere ha evidenziato chiaramente: l'ambiente che si vive a Cirò non è sano; il degrato è sotto gli occhi di tutti; la corruzione sembra l'unica via per realizzare i propri progetti; mafiosi e delinquentelli vari sembrano essere di più della brava gente.

Forse andare a vivere altrove mi è servito proprio a questo: riuscire ad osservare dall'esterno una situazione che chi la vive giorno per giorno non riesce a cogliere.

La cultura della violenza, la mancanza di volontà di cambiamento, l'arretratezza culturale sono le cause principali di questa nuova emigrazione. La 'ndrangheta (e la mafia in generale) sono frutto di tutto ciò e allo stesso tempo se ne nutrono.

è inutile dire che il riscatto deve venire dai giovani, ma non ho voglia oggi di suggerire delle soluzioni; in molti, facilmente e per comodo, potrebbero dire "senti chi parla", "facile parlare quando non si vive qui" eppure posso confermare che le nuove generazioni, nelle quali io tanto confidavo, a più riprese mi deludono, perchè non solo incapaci di reagire, ma sempre più incapaci di pensare.

Anonimo ha detto...

tornate tutti....Ca Pepp,u Biond etc etc na fatiga va trovn.....

Anonimo ha detto...

Tutto quello che è scritto nell’articolo è vero, ma pensiamo anche i non laureati di Ciro’ Marina, anche loro si spostano nel centro-nord per lavorare e i motivi per i quali lo fanno sono tanti forse troppi. Il motivo principale è sicuramente la scarsa retribuzione economica offerta dai grandi imprenditori e gestori delle attività del luogo, ho fatto una piccola indagine tra le persone che conosco che abitano e lavorano a Ciro’ Marina, sapete quanto guadagna una commessa di un negozio di abbigliamento che gestisce completamente da sola in quanto i proprietari hanno altre attività? 300 euro e non le vengono versati i contributi, la cassiera di un supermercato invece ha uno stipendio pari a 500 euro e nonostante lavori full time è dichiarata part time, lo stipendio di un muratore invece è di 1000 euro se ha lavorato un intero mese e non ha piovuto e anche in questo caso la situazione contributi non è il massimo, in quanto il muratore viene dichiarato come bracciante agricolo da un amico, perché l’impresa per cui lavora se ne disinteressa. La gente, si stanca e chi può va via, scappa, chi non può invece, ingoia il rospo e va avanti e non ditemi che le persone dovrebbero ribellarsi perché sapete benissimo qual è la risposta dei datori di lavoro “TE NE PUOI ANCHE ANDARE TANTO UNO CHE FA IL TUO LAVORO LO TROVO LO STESSO” . Cosi le persone anche se lontane da parenti e amici, decidono di andare al nord e non per fare un lavoro migliore, ma per fare lo stesso lavoro, ma almeno vengono retribuite decentemente hanno diritto a malattia, ferie, a tutti i diritti che un lavoratore onesto che paga le tasse e svolge il suo dovere deve avere ma che a Cirò Marina non vengono nemmeno considerati. Perciò credo che non bisogna dare la colpa di tutto alla mafia e parlare di legalità intesa come lotta allo spaccio, al pizzo e alla criminalità organizzata, ma bisognerebbe insegnare la legalità in tutti i sensi a partire da diritti e anche doveri di tutti e a rispettare le semplici e giuste regole che esistono ma che a Cirò vengono completamente ignorate.
Roberta

Anonimo ha detto...

Roberta....
scarsa retribuzione economica offerta dai grandi imprenditori e gestori delle attività del luogo, ho fatto una piccola indagine tra le persone che....
Roberta non c'è peggiore ignoranza di chi parla o scrive in questo caso per senito dire!

Anonimo ha detto...

Caro anonimo il mio non è parlare o scrivere per sentito dire, ma quel che ho scritto è vero, e se vuoi quando sono a Cirò Marina Vieni con me e ti faccio conoscere le persone che mi hanno fornito queste informazioni. Poi scusami tanto ma secondo me non è ignoranza dire ciò che si pensa ma lo è non accettare le opinioni altrui e nascondersi dietro un "anonimo".
Roberta

Anonimo ha detto...

Leggendo gli articoli e i commenti mi è venuto un dubbio soprattutto riguardo il penultimo commento, ma non è che l'anonimo che si è risentito fa parte anche lui di quei datori di lavori disonesti??? Cmq volevo dire che io sono una di quelle che a cirò faceva la commessa per 300 euro e me ne sono andata a Parma per fare comunque la commessa dove 300 euro li guadagno a settimana nn al mese!
Alessia

Anonimo ha detto...

come al solito dopo che si dice la verità tutto tace.....

Anonimo ha detto...

gnè... gnè... gnè...
Expert & Vodafone...
gnè... gnè.. gnè...

Ogni riferimento è puramente casuale!

Salut a tutt!

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny