26 ottobre 2007

RISCRIVIAMO IL FUTURO



Oggi nel mondo oltre 39 milioni di bambini non hanno accesso all'istruzione perché vivono in aree colpite dalla guerra.
Sono minori che affrontano un futuro senza speranze.
Perché la guerra distrugge le scuole, uccide gli insegnanti, produce popolazioni di sfollati ed eserciti di bambini soldato.

Promesse mancate

Nel 2000 i leader mondiali dei 189 stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati per il raggiungimento degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il secondo Obiettivo prevede entro il 2015 l'accesso all'istruzione primaria a tutte bambine e i bambini. Malgrado il numero di bimbi in età scolare che non hanno accesso all'educazione sia notevolmente diminuito da oltre 100 a 77 milioni, la situazione in paesi colpiti da conflitto è cambiata di poco. Continuando di questo passo, nel 2015 saranno ancora 30 milioni i bambini che non avranno un'educazione di base. La realtà è che serve un impegno maggiore da parte della comunità internazionale. Nel 2005 i paesi donatori hanno assunto impegni in aiuti all'educazione primaria per 3 miliardi di dollari, per poi erogarne circa la metà. Uno stanziamento molto lontano dai 9 miliardi di dollari, la cifra stimata come necessaria, ogni anno, per conseguire l'istruzione primaria universale. In questa rassegna di promesse mancate, l'Italia si colloca all'ultimo posto della lista dei paesi donatori per fondi destinati all'educazione.

Riscriviamo il Futuro, una sfida globale

Ogni bambino ha diritto all'istruzione. I benefici individuali sono molteplici, compresa la possibilità di vivere una vita ricca di opportunità e dignitosa. Anche la società ne beneficia. L'istruzione contribuisce ad abbassare i tassi di mortalità materno-infantile, a prevenire la diffusione delle malattie a combattere la povertà. La scuola poi protegge i bambini, che possono star in un luogo sicuro, imparare nozioni sulla pace e la convivenza civile, lontani dalle violenze e dalle atrocità della guerra. La nostra campagna Riscriviamo il Futuro si focalizza sulle azioni necessarie a fornire istruzione a questi milioni di ragazzi e ragazze, e dimostra che soluzioni efficaci sono possibili, anche nelle più inimmaginabili delle situazioni.

Dall'inizio della campagna nel 2005 hanno beneficiato dei nostri progetti 3,4 milioni di bambini.
Il cammino non è ancora concluso. Aiutaci anche tu!


Fai una donazione: manda un SMS al 48548 dal tuo cellulare personal e doni 2 € per Riscriviamo il Futuro - operazione valida dall’11 ottobre al 18 novembre 2007.

http://www.savethechildren.it/riscriviamoilfuturo

20 ottobre 2007

Salviamo il Polo Didattico di Crotone


Gli Studenti del Polo Didattico di Crotone (l’unica vera università della nostra città!!!), invitano tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione che si terrà presso Piazza della Resistenza Lunedì 22 ottobre.
Come succede quasi ogni anno ormai, la sede distaccata dell’università della Calabria presso la nostra città, rischia di non ricevere i fondi necessari al proseguimento della propria attività didattica. Non ci stancheremo mai di dire che se ciò accadesse, sarebbe una gravissima perdita per Crotone, che rivedrebbe i propri giovani partire per arricchire altre città, e vedrebbe sparire dal proprio territorio il Polo distaccato di una università rinomata come l’Unical e, soprattutto, vedrebbe sparire la realtà universitaria più completa della nostra città. Realtà che ogni anno sforna nuovi laureati pronti ad entrare nel mondo del lavoro. Noi studenti vogliamo fortemente che la nostra università continui la sua attività didattica, e siamo stanchi di sentire, ogni anno, promesse che puntualmente non vengono mai mantenute! Quello che chiediamo, è solo un po’ di buon senso e serietà. Nessuna città al mondo si lascerebbe sfuggire un’occasione simile (lo dimostra il fatto che se Crotone chiuderà il Polo distaccato Unical, altre città calabresi sono prontissime ad accoglierlo!!). Sembra che solo i nostri politici non capiscano i vantaggi che si potrebbero ottenere da una simile realtà!!
Per tutte queste ragioni, vi invitiamo a partecipare alla manifestazione.

Gli studenti del Polo Didattico di Crotone

«Registro per blog e siti internet»


MILANO — «Non finiscono mai di provarci — scrive Valentino Spataro, su civile.it —. Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parli in pubblico». E Paolo De Andreis, su «Punto informatico»: «Questo disegno di legge è un errore macroscopico, frutto di ostinata ignoranza. Ma nessuno glielo contesterà». Sbagliava, almeno su questo punto, perché a difendere i diritti di Internet è scesa in campo la corazzata dei blog, Beppe Grillo. Con un post dei suoi, lapidario e apocalittico, che denuncia «il bavaglio dell'informazione» e annuncia «la fine della rete», nonché un suo eventuale trasloco «in uno Stato democratico».

A difendere il provvedimento sull'editoria licenziato in sordina il 12 ottobre dal Consiglio dei ministri, è dovuto intervenire Ricardo Franco Levi. Che ha scritto a Grillo: «Non vogliamo tappare la bocca di nessuno». Ma, viste le reazioni, difficilmente il Parlamento varerà la legge così com'è. La temuta museruola sarebbe occultata nell'articolo 7 del ddl, che prevede l'iscrizione al Roc, registro degli operatori di comunicazione, per chi svolge «attività editoriale su Internet ». Cioè (art. 5) ogni attività di «realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali... anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative». Quanto basta per infiammare la blogosfera. Si potrebbe obiettare che la registrazione è una formalità burocratica — fastidiosa quanto si vuole — ma ininfluente. Se non fosse che l'iscrizione «rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sui reati a mezzo stampa». Nel senso che blog e siti dovrebbero avere un editore e un direttore responsabile che risponderebbero di diffamazione a mezzo stampa (quindi aggravata). Di qui, secondo Grillo, «il rischio galera», perché i blogger risponderebbero per «omesso controllo» anche dei commenti. Franco Levi prova a rassicurare: «Vogliamo solo regolamentare il settore».

Quanto all'obbligo di registrazione, «non pensiamo al ragazzo che fa un proprio sito o blog», ma a «un vero e proprio prodotto editoriale ». Levi ammette che «la distinzione è sottile», ma appunto per questo sarà affidata al Garante per le comunicazioni. Il quale però, nella persona di Nicola D'Angelo, gela tutti: «Attenti o finirà che i blog si faranno dall'estero». Quanto alla responsabilità, spiega Levi, «le stesse regole che valgono per i giornali stampati devono valere per quelli online». Replica di Grillo: «È un perfetto paraculo prodiano». Antonio Di Pietro, fiutato il rischio impopolarità, si è precipitato a seguire le orme di Grillo. Scusandosi dal suo blog per non aver «intercettato» il disegno di legge, che pure ha firmato, e annunciando la sua contrarietà allo stesso, «a costo di mettere in discussione l'appoggio al governo». Altri stop arrivano da Verdi, Rifondazione e Rosa nel Pugno. Tra i blogger lo sconcerto e la rabbia montano e scatta perfino una petizione con 600 firme in un giorno. Massimo Mantellini ( Manteblog) parla dell'Italia come di «una landa tecnologicamente depressa». E Giuseppe Granieri, autore del libro «Blog generation » di «una norma inapplicabile e pericolosa che va contro la grammatica della rete, aperta alla libera interazione». Roberto D'Agostino ( Dagospia) è indignato: «Neanche in Cina c'è una legge così. Questo è un Paese dove i giornalisti possono finire ancora in galera per diffamazione. Io ho ricevuto decine di querele per diffamazione e vengo già equiparato a un editore». Luca Sofri ( Wittgenstein): «Diffido dagli eccessivi allarmismi di chi vede i blogger in galera, ma queste regole rigide sono una sciocchezza. I reati devono essere puniti ovunque siano commessi, in strada, sui giornali o sui blog. Detto questo, già ora non c'è affatto licenza di diffamazione in rete».

Alessandro Trocino

19 ottobre 2007

Il Treno dell'Arte approda a Crotone


dal sito http://www.trenodellarte.it
“Il Treno dell’Arte - Museo per un Giorno” è il coraggio di una idea che si è realizzata lo scorso anno nella prima edizione in collaborazione con Trenitalia. Il progetto era addirittura impossibile ad illustrarsi. Era difficile, lo ammetto, spiegare alle persone che avevamo inventato ed organizzato un treno di otto vagoni, pieno di opere d’Arte, che attraversava l’Italia e veniva visitato, durante le sue 28 tappe, addirittura gratuitamente. Riuscirci fu un’impresa. Ora, appartiene alla Storia della Comunicazione. E’ la riprova che il nuovo, quando poggia su basi di credibilità e di impegno, può essere bello. Nonostante non avessimo predisposto una campagna pubblicitaria di informazione preventiva ottenemmo 61.000 visitatori documentati. Questo risultato incredibile che collocò “Il Treno dell’Arte 2006”, per il numero dei visitatori, in un solo mese, al quarto posto fra tutti i Musei Nazionali, lo dovemmo al supporto della RAI e dei giornalisti che con i loro servizi informarono quotidianamente i cittadini. Il bilancio de “Il Treno dell’Arte” dello scorso anno si può così sintetizzare: tanta voglia di fare cultura, l’entusiasmo della sfida, un contenuto buono ed alla fine l’ebbrezza di un piccolo trionfo.Questa è la seconda edizione. La struttura espositiva è la medesima, già collaudata e molto gradita dal pubblico, ma il contenuto è di notevole spessore culturale. L’organizzazione che cura l’immagine e la visibilità de “Il Treno dell’Arte 2007”, infatti, prevede, in base alla campagna di informazione preventiva che verrà realizzata, almeno 250.000 visitatori ed un impatto mediatico complessivo di oltre 8.000.000 di persone. L’itinerario è il seguente: Roma - Benevento - Avellino - Salerno - Messina - Palermo - Trapani - Siracusa - Caltanisetta - Catania - Crotone - Taranto - Lecce - Brindisi - Bari - Campobasso - Isernia - Ancona - Rimini - Bologna - Bergamo - Milano. L’itinerario, come si nota, premia il Sud per la grande sensibilità che contraddistingue la popolazione residente ed il desiderio di vedere fisicamente le opere d’Arte dovuto anche alla lontananza dalle sedi museali istituzionali. Il concept però è lo stesso: l’Arte deve andare incontro alla gente.

LUNEDI' 22 IL TRENO DELL'ARTE APPRODA A CROTONE!

Per maggiori informazioni visitare il sito http://www.trenodellarte.it

02 ottobre 2007

NERONE E' TORNATO!

di Giuseppe Ferraro

Perché negli ultimi giorni c’è stata una concentrazione così alta di atti incendiari a scopo di intimidazione a commercianti e produttori di Cirò Marina? Se lo stanno chiedendo in tanti; non perché non sappiano chi li abbia appiccati e perché (la mano è della ‘ndrangheta locale e la ragione è il pagamento del “pizzo-sezione vendemmia”, infatti avvengono a settembre durante la vendemmia e riguardano aziende della filiera, lo sanno tutti!), ma perché queste cose, di solito, si facevano con una certa “discrezione”.

Il prefetto Fallica, in visita a Cirò Marina proprio in questi giorni così “caldi”, ha sottolineato che lo “Stato non può fare tutto da solo”; ha ragione! E’ come dire: perché aiutare una città che non ha voglia di essere aiutata? Sono i cittadini stessi a dover dimostrare la volontà di cambiare e protestare contro questi avvenimenti. L’unico striscione presente alla riunione tra prefetto e Sindaco era invece quello di un circolo di pensionati: ci lamentiamo tanto dei nostri nonni e invece sono gli unici che davvero vogliono cambiare… che paradosso! ... dove erano i giovani, dove erano gli altri commercianti, dove erano le associazioni (compresa la nostra!). La volontà di cambiare non c’è o si ha semplicemente paura? E se di paura si tratta, casa temere? Che il tuo negozio faccia la fine degli altri? Beh, prima o poi ti tocca se non paghi il pizzo. Oppure paura di ritorsioni personali? Io accetterei volentieri qualche schiaffo e pugno pur di dire la mia e manifestare il mio pensiero.

Dico una cosa che non piacerà (come tutte quelle che dico): sono contento di quello che sta succedendo a Cirò Marina! Lo sono perché ho capito che la gente parla di mafia e del problema del pizzo solo se vede le fiamme e altra gente (quella che ha subito il danno) disperata. Non me ne abbiano Iuzzolini, Malena e tutti coloro i quali hanno subito questi atti, la mia è solo una provocazione!