22 novembre 2007

I giorni della Lince a Punta Alice


da ilcrotonese.it
Cirò Marina - Di solito, sono gli storici a ricostruire gli avvenimenti importanti del passato. Questa volta, l’eccezione è rappresentata da un ex-marinaio, Antonino Trifirò, che è riuscito a mettere insieme la storia della torpediniera Lince e del suo equipaggio composto di 160 uomini e a rintracciare il cuoco di bordo, Bruno Lombardi, che è proprietario di un albergo nella frazione marina di San Mauro Pascoli (Forlì). Ebbene, quando ha saputo che Antonino Trifirò era di Cirò Marina, Bruno Lombardi è scoppiato a piangere ed ha mormorato “Vi siete ricordati di noi...”.

Sì, perché sui fondali marini della città di Cirò Marina giace il relitto della torpediniera Lince, una delle unità della Regia marina militare italiana, che s’incagliò nel mare di Punta Alice il 4 agosto del 1943 e fu affondata il 28 agosto del 1943 dal sommergibile inglese Ultor. Il sommergibile nemico lanciò due siluri, facendo saltare in aria la poppa della nave ed uccidendo dodici marinai, che erano a bordo. Il resto dell’equipaggio era sulla spiaggia prospiciente, dove era stato allestito il campo militare. La fortissima esplosione investì anche il peschereccio della famiglia Martino, che si trovava a 20-30 metri dalla riva e a qualche metro di distanza dalla Lince, e provocò la morte di un bambino della frazione Marina di Cirò (l’attuale Cirò Marina), che, quella mattina, era sulla spiaggia ed era stato accolto sull’imbarcazione a remi, perché voleva assistere alla pesca.
Del bambino si ricorda solo il cognome “Tridico”: il suo corpo non fu più ritrovato. Riuscirono invece a sopravvivere all’esplosione i pescatori della famiglia Martino, il capofamiglia Francesco e i figli Pietro e Vincenzo, ma l’allora ventenne Pietro perse una gamba, maciullatagli da una delle lamiere della nave. Il giovane uomo fu soccorso da un altro peschereccio, quello della famiglia Malena, fu trasportato con un treno merci a Rossano, dove gli amputarono la gamba.
Ancora oggi, il signor Pietro Martino rivive quelle ore terribili e le mette in relazione con la quiete che precedette la tragedia, vale a dire con il momento in cui il bambino chiese loro di salire sul peschereccio (capitava spesso ai pescatori d’imbarcare dei bambini) e con il momento in cui il loro peschereccio affiancò la Lince e un alto ufficiale, che passeggiava sul ponte della torpediniera, rispose al loro saluto.
Quando il primo siluro colpì la torpediniera, Pietro, alla vista di quell’inferno, domandò meccanicamente al padre Francesco “papà dov’é andato il comandante?”, poi esclamò come inebetito “papà, mi manca una gamba: mi ha colpito qualche lamiera”.
Il funerale dei dodici marinai della Lince fu officiato da don Ernesto Terminelli nella chiesa di San Cataldo Vescovo, dove gli addolorati commilitoni recitarono la preghiera del marinaio. Dopodiché, essi si disposero a partire e ad ubbidire a nuovi comandi. A Punta Alice, l’equipaggio superstite smantellò il campo militare e si accomiatò dagli abitanti del borgo della Marina con i quali aveva stretto rapidamente amicizia. I racconti fioriti all’epoca sono un’infinità: per esempio, sembra che una donna del posto dovette impiegare due giorni per estrarre le spine dei fichi d’india che un goloso marinaio del nord si era nascosto sotto la maglia.
Un racconto vero riguarda invece un marinaio di Cariati, Francesco Donnici, che fu destinato dai suoi superiori a stare di guardia alla Lince e che conobbe una ragazza della Marina, con la quale successivamente si sposò, stabilendosi a Cirò Marina, dove vive tutt’oggi.
Non meno suggestivo è l’indizio che ha permesso, all’incirca un anno fa, all’irriducibile Antonino Trifirò di rintracciare il cuoco di bordo della torpediniera Lince, il signor Bruno Lombardi, e di stringere amicizia con lui, con la moglie Ester e la figlia Cristina. E’ successo che un giovane esponente della famiglia Martino fece vedere a Trifirò un vecchio articolo di un giornale locale, datato 19 settembre del 1993, in cui si leggeva che, dopo 50 anni, si erano incontrati con le rispettive famiglie a San Mauro a Mare, presso l’albergo Lombardi, i superstiti dell’equipaggio del cacciatorpediniere Lince. Al capillare lavoro di ricerca dei superstiti si erano dedicati lo stesso Bruno Lombardi, il medico di bordo Falco Lazzari di Rimini, il sergente Antonio Chiabotto di Torino e il sottocapo fuochista Agostino Tacchinardi di Gorizia.
Letto l’articolo, Antonino Trifirò rintracciò (all’ennesimo tentativo) telefonicamente Bruno Lombardi, il quale recentemente gli ha addirittura inviato le foto originali della Lince e del suo equipaggio (che corredano questo articolo), il diario di bordo scritto dal comandante, il valoroso sottotenente di vascello, Vitaliano Rauber, e i ritagli ingialliti de Il resto del Carlino e di altri quotidiani che parlano del destino della Lince. Ovviamente, i superstiti sostengono che “la data nera della nostra unità navale è il 28 agosto del 1943, quando a Punta Alice, nei pressi di Cirò Marina, fu distrutta da due siluri di una nave nemica”.
Epperò, il macchinista della Lince, emigrato in Australia subito dopo la guerra, per uno strano gioco della sorte si è ritrovato come vicino di casa un ex-marinaio inglese che era imbarcato sul sommergibile che, la sera del 18 gennaio del 1943, silurò la Lince a Tripoli, danneggiandola gravemente e dando il via alle successive vicissitudini che condussero la torpediniera a Trapani, a Taranto e infine a Punta Alice.
Il messaggio è che la guerra é sempre assurda e seminatrice di lutti. E Antonino Trifirò, che lasciò ventenne la Marina, perché “mi avrebbe condotto lontano dalla mia amatissima Cirò Marina”, vorrebbe che dalla storia recuperata della Lince nascesse un monumento ai giovani marinai caduti nel mare di Punta Alice e al piccolo Tridico e un invito ai marinai superstiti a visitare i luoghi della loro memoria.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ha fatto piacere leggere questo articolo. Anche io sto cercando informazioni sulla nave e su mio nonno, che era uno degli uomini della Lince: Nicola Bubici

guida alfredo ha detto...

molto toccante! dal momento che mio padre marinaio primo cannoniere decorato Guida Natalino e mio padrino comandante in seconda Alfredo Ghibellini erano imbarcati su quella nave, purtroppo mio padre lo perso che ero bambino ma mio padrino è ancora vivo e risiede in peru', se potessi scambiare notizie in merito con qualcuno ne sarei felice. motoalfredo.guida@alice.it torino

guida alfredo ha detto...

molto toccante, pensate che mio padrino Comandante in seconda Alfredo Ghibellini e mio padre primo cannoniere Guida Natalino erano imbarcati proprio su quella nave, mio padre purtroppo lo perso che ero bambino ma mio padrino è ancora in vita e vive in peru', mi piacerebbe molto avere piu notizie in merito, scambiandoci quelle in comune, il mio indirizzo è: motoalfredo.guida@alice.it.

pino pica ha detto...

sono il figlio del caposegnalatore
di seconda classe pica antonino imbarcato sul lince.
purtroppo mio padre è mancato quando ero piccolo e non ho potuto
saperne di più.
c'è qualcuno che ha avuto il padre
sulla stessa nave ed ha conosciuto il mio?
pinopica45@gmail.com

Anonimo ha detto...

Mio padre era su quella nave...e' si salvo' solo perché volendo scrivere una lettera alla famiglia sali' sul ponte, mentre un suo compagno, che tra l'altro gli aveva prestato la penna per scrivere e lo aveva preso in giro dicendogli se non era meglio che si mettesse a dormire...mori qualche momento dopo.
Mio padre era Angiolo Mascalchi

Anonimo ha detto...

Mio padre Antonio SCOPPETTA, era su quella nave.
Ho delle foto con suoi compagni al
porto di Brindisi nel 1943.
Chi vuole vederle pensando di riconoscere un suo genitore può richiedermele.
Ciriaco Scoppetta.Scalea (CS)

pasquale ha detto...

mio cognato francesco mancuso.si è salvato.non so per quale motivo..è stato decorato e ricompensato per avere scoperto navi inglesi ,,,


trifirò antonino ha detto...

salve mi presento sono nino trifirò un ricercatore sulla storia della torpediniera lincesono un marinaio anzi ex il 24 agosto ce una manifestazione per ricordare i valori equipaggi della lince
verra adagiato sul fontale una enorme pitra con una targhetta
ci saranno vari esponenti della regia marina motovedette ecc chi mi vuole contattare il mio numero e 388 7879232 mi farebbe piacere stringere amicizia con figli ho parenti dell equipaggio della lince grazie di vero cuore

nino trifirò ha detto...

se volete ci possiamo scambiare informazioni sulla lince io neò tanti a presto nino trifirò